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L'impegno ad approfondire la conoscenza e la comprensione delle radici, delle identità, dei valori che le loro sculture aspirano a testimoniare. La capacità di saldare l'Arte alla sensibilità popolare. L'umiltà dei servitori che, come Arturo Martini dai pensieri in "Trucco di Michelangelo", creano le loro profezie per un abitare poetico diffuso La forza di risolvere la prossima Scultura, pubblica, monumentale, mai autoreferenziale, colta, inaspettatamente viva, per una città al momento altrove, sconnessa, distratta e dal consumo in crisi. La fedeltà al compito di trarre dal blocco l'essenziale, mentre la Milano arrogante impone "un salire il cielo", non si cura del dove, non si preoccupa per chi.